giovedì 12 dicembre 2024

IN UNA GALASSIA LONTANA, MILIONI DI ANNI FA, PRIMA DELL'IRONMAN

 (Queste foto di un magico weekend sono rimaste in fondo a qualche cassetto, dimenticate, fino a pochi giorni fa. Personalmente, non ricordo di averle mai viste prima). Racconto scritto dal mio coach Z e ex compagno di questa avventura.

Un grazie a Michele S. e “John” T. per averle ritrovate dopo tanto tempo.)Nell’autunno del 1981 un estroso quindicenne di nome Alessandro Ironmarz che aveva saputo dell’esistenza di una squadra di football americano a Ferrara, decise con una certa sfacciataggine di recarsi a parlare con il presidente delle Aquile, Giulio Felloni. Sandro era affascinato da questo sport così fascinoso e sconosciuto, ma era troppo giovane per entrare a far parte del team, per cui gli era balenata in testa un’idea davvero innovativa: fondare una squadra giovanile delle Aquile (non per niente poi Sandro farà una carriera internazionale straordinaria nel marketing).

L’idea piacque a Felloni, o forse voleva solo liberarsi in fretta di quell’adolescente così sfacciato, tanto che gli diede il permesso di radunare tutti i ragazzi che voleva e portarli al sabato pomeriggio ai Tre Campi di via Canapa, quando si svolgeva l’allenamento delle Aquile.
Anche se a quei tempi non esistevano social e cellulari, il passaparola cittadino tra i ragazzi sportivi funzionò molto bene, tanto che in quel primo sabato di novembre di 43 anni fa ci ritrovammo in molti ai campi spelacchiati di via Canapa. 
A dire la verità, non c’era nessuno ad aspettarci laggiù, probabilmente nessuno credeva che ci saremmo presentati davvero. Le Aquile iniziarono così il loro allenamento, sotto i nostri sguardi a dir poco affascinati, finchè fu Sandro a prendere in mano l’iniziativa – come sempre – e ci fece mettere in fila in un fazzoletto erboso che stava tra due campi da calcio. Scimmiottando quello che avevamo visto fare alle Aquile pochi minuti prima, ci urlò “Siete pronti?!!!”. Quasi nessuno rispose, solo qualche timido “si”.
Urlò di nuovo, ancora più forte “Siete prontiiii?!!!” e stavolta i “si!” furono un po’ più numerosi e convinti.
“Jumpin’ Jacks!!! Via! Uno-due-tre-UNO!…”

E fu proprio così che iniziò la storia dei Duchi, la giovanile che ha un nome tutto suo, la giovanile che per prima in Italia iniziò a giocare a football. 
Ma per tutto l’inverno seguente, fino al maggio del 1982, ci menammo su quel campo ogni sabato senza un allenatore, per fortuna c’era Sandro che riusciva ad ottenere qualche informazione sul gioco. Naturalmente, non disponevamo di nessuna attrezzatura. La società disponeva infatti soltanto dei caschi e spalliere (allora le chiamavamo “pettorine”) in uso ai giocatori delle Aquile, pertanto non ci restava che guardare da lontano i nostri eroi della prima squadra e sognare.
Ma in un sabato indimenticabile, dopo aver finito il nostro artigianale allenamento e dopo che le Aquile ebbero terminato a loro volta, quegli stessi eroi si sfilarono le protezioni ancora sudate e odorose (e molto) e ce le consegnarono, con la promessa di riportargliele il lunedì sera, quando avrebbero svolto l’allenamento successivo.

Avevamo appena finito di correre e scontrarci sul campo, ma indossammo subito le attrezzature per un secondo allenamento, che portammo avanti finchè il sole non decise malauguratamente di scendere sotto l’orizzonte. Addirittura uno dei giocatori delle Aquile, Andrea Raucci, si prese la briga di fermarsi al campo per guidare questa prima nostra avventura full pads. Avevamo per la prima volta un allenatore.
Due borse per terra a delimitare la zona e poi decine e decine di “testa a testa”, l’esercizio base di allora per imparare a placcare. Ricordo bene che poi, al tramonto, qualcuno prese la Vespa o il motorino e andò a casa così, con casco e pettorina addosso.
Ci ritrovammo ancora la mattina seguente, domenica, per un altro allenamento, sempre menandoci come fabbri. E infine, nel pomeriggio, ci fu uno scrimmage vero e proprio tra attacco e difesa. Vincemmo noi difensori 12 a 0, con due pick six, e poi ce ne andammo tutti in centro per una pizza.
Si concluse così quel fine settimana di tanti, tanti anni fa.
Ma per noi che c’eravamo, resterà scolpito per sempre nella nostra memoria.
I Duchi vinceranno poi il primo campionato italiano di categoria, nel 1983.


https://aquile.team/2024/12/10/i-duchi-e-linvenzione-del-football-giovanile/


mercoledì 4 dicembre 2024

CHE SENSIBILITA'


 oggi ho fatto un giretto con la gravel, a un certo punto (mentre stavo tornando......) mi sentivo male in sella e ho pensato che sarei dovuto tornare a fare un bike fit perché o mi erano cresciute le gambe (a 60 anni.....) o si era sfondata la sella (giuro che avevo pensato a queste possibilità...) o i marziani mi avevano cambiato la bici. Mi sono anche fermato per controllare che la sella fosse nella tacca giusta.

poi a casa ho capito che mi era scesa la parte telescopica del canotto sella.....

domenica 1 dicembre 2024

NON AVERE PAURA



Ho portato i figli alla fine del mondo per imparare a andare in kite e derivati. Senza tanto vento abbiamo portato a casa tanto orgoglio paterno, soprattutto perché loro non hanno le paure che hanno frenato e contraddistinto la mia pre e adolescenza.

Bravi. Grazie. Amen


martedì 19 novembre 2024

SARA' LA GARA A TROVARTI


 
Cosi' parlo' il mio coach

sabato 16 novembre 2024

Paul vs. Tyson ci ha fatto capire che come società abbiamo fallito. BTW Tyson ha la mia eta'...


www.today.it/film-serie-tv/schede/netflix/jake-paul-vs-mike-tyson-commento.html

Per chi ama la boxe, ma soprattutto la verità, è stato qualcosa di umiliante. Uno youtuber e un ex terrore del ring quasi sessantenne, hanno fatto finta di darsele per un po' di round, il tempo giusto per intascarsi decine di milioni di dollari e permettere a Netflix di registrare un record di iscrizioni, vendite, incassi, tutti contenti, tranne, per l'appunto, il pugilato, che esce distrutto da questa farsa. Ma dietro, c'è il tracollo di una società incapace di comprendere la differenza tra narrazione e realtà, verità e fantasia. 

L'ennesimo show creato ad arte per un pubblico totalmente passivo

"Jake Paul vs. Mike Tyson" ha visto la vittoria ai punti per parere unanime del celebre YouTuber, al termine di un incontro che definire scadente, sarebbe anche un complimento. In queste ore c'è una polarizzazione di opinioni circa la supposta performance di Mike Tyson, 58 anni, che dopo i primi round non è più stato in grado di fare molto contro il ben più giovane avversario, a dispetto di una differenza di tecnica ed esperienza a dir poco abissali. Non è mia intenzione alimentare discussioni su questo match, semplicemente per il fatto che non è stato un match, ma, appunto, un'esibizione, che però è stata venduto come un vero incontro soprattutto grazie a diversi elementi: l'immutato fascino esercitato da una figura come Mike Tyson, tra i pugili più famosi di tutti i tempi, e l'odio generalizzato che circonda Jake Paul, uno che è diventato ricco facendo il buffone su YouTube, ma può vantare un grandissimo seguito nella Generazione Z.

Lui è il Campione di un'intera e foltissima schiera di gente priva di talento, reali capacità, che la civiltà moderna ha elevato a simboli, divi, ad un livello che neppure Andy Warhol nei suoi momenti più pessimisti avrebbe probabilmente concepito. "Jake Paul vs. Mike Tyson" ha fatto vincere quest'esaltazione della mediocrità avvolta da zucchero e casino mediatico, quella che ha reso idoli generazionali gente che cambia la copertina del cellulare, dice corbellerie ad un microfono per caso, fa reaction o crea scenette patetiche. Non era neppure il primo show di questo genere per Jake Paul, bene o male è riuscito ad arrivare ad un evento così atteso, così seguito e così remunerativo, dopo aver imbastito sceneggiate patetiche simili coinvolgendo vecchie glorie della UFC, pagate per andare giù, e il rivale influencer KSI. Jack Paul ha semplicemente rispolverato quella vecchia tattica che, fin dai tempi di Muhammad Ali, ha sempre funzionato benissimo: fai casino, fatti odiare, tutti ti seguiranno per vederti cadere, ma intanto sganceranno dei bei verdoni per farlo. Semplice ma geniale. 

Nei giorni scorsi, vi sono state moltissime discussioni su come sarebbe andata in "Jake Paul vs Mike Tyson". C'era chi parlava di una differenza d'età troppo abissale, nonché di freschezza fisica, chi metteva sul piatto il fatto che comunque, a 58 anni, per quello che si vedeva nei reels e negli highlights sui social Mike Tyson appariva in una forma a dir poco invidiabile per la sua età. Il paradosso è che entrambe queste teorie erano giuste, o meglio lo sarebbero state se il match fosse stato veramente un match, ma a nessuno dei due e conveniva spingere per una semplice mera questione monetaria. Mike Tyson nei primi 2-3 round avrebbe potuto tranquillamente mettere giù Jake Paul? Uno che, a dispetto dello storytelling a cui crede il pubblico bue, chiunque conosca la boxe sa che un buon dilettante pari peso metterebbe KO in pochi istanti? Si forse. "Jake Paul vs Mike Tyson" però significa guanti da 14 Oz, sostanzialmente fatti per depotenziare la tuttora tutt'altro che trascurabile potenza di Iron Mike, però anche round da 2 minuti per farlo rifiatare.

Dal metà match in poi, Paul avrebbe potuto tranquillamente aumentare il ritmo ed arrivare a una conclusione prima del limite per mero sfiancamento del 58enne rivale? Forse. Ma sono le domande sbagliate. La vera domanda è: a chi sarebbe convenuto? Far perdere Jake Paul significa interrompere un flusso di denaro costante per lui, per i media, gli sponsor, le arene e gli eventuali futuri avversari di comodo, e il denaro è tutto negli Stati Uniti. A Jake Paul riuscire a fermare Mike Tyson avrebbe portato una quantità di odio capace di danneggiare questo business, che però sta stracciando persino l'istituzione per eccellenza della narrazione fittizia applicata allo sport in America: il wrestling. La WWE è da diverso tempo in crisi, ma anche la boxe lo è, proprio a causa dell'infiltrazione degli influencers e di figure simili negli sport da combattimento, creando degli astrusi fantasy match che però, in virtù della loro esposizione mediatica, stanno avendo un successo straordinario.

L'impatto della narrativa social e la stupidità altrui come risorsa

Tutti parlano di "Jake Paul vs. Mike Tyson", ma nessuno per esempio, almeno tra i profani della boxe, si rende conto che poco prima di questa buffonata, c'era stato quello che avrebbe dovuto essere il vero match di punta, tra Katie Taylor e Amanda Serrano, due tra le più straordinarie pugili di tutti i tempi, che hanno dato via ad un incontro di altissimo livello, così come sono stati praticamente tutti gli altri match nella undercard. Ma i 70mila alla AT&T Stadium ad Arlington, Texas, non erano lì per loro. L'impatto dei social media è stato devastante, ad ogni livello, nella nostra società e n pochissimi sport è stato così negativo come nella boxe, che da almeno 15 anni vive un grosso problema a livello di popolarità, consensi e ascolti. Il motivo sta nell'eccesso di classi di peso, federazioni, ci sono troppe cinture, troppi tizi che possono fregiarsi del titolo di campione, ed i migliori tendono ad evitarsi, per cercare di imitare Floyd Mayweather Jr., ritiratosi imbattuto e ricchissimo.

Ma è stato proprio lui che ha dato il via a questa deriva clownesca della nobile arte, imbastendo il primo, vero, grande fantasy match moderno dai tempi di Muhammad Alì vs Inoki del 1976, quando si è confrontato sette anni fa con il mattatore della UFC, Conor McGregor. La quantità di soldi che entrambi si misero in tasca, alimentata da un trash talking imbarazzante, una falsa rivalità alimentata ad uso e consumo dei peggiori istinti del pubblico da bar, è ancora oggetto di discussione, c'è chi parla di 100 milioni a testa. Anche in quel caso, come in "Jake Paul vs. Mike Tyson", fu un'esibizione studiata a tavolino e senza grandi sorprese. Floyd Mayweather Jr. avrebbe potuto mettere KO McGregor al massimo in un paio di round, lo fece arrivare quasi fino alla fine prima di buttarlo giù, una soluzione che non danneggiava nessuno dei due, né tantomeno questo nuovo modello di business, studiato soprattutto per attrarre i profani dello sport, i casual, come si dice in gergo, quelli più sensibili a bersi questo storytelling farlocco. 

"Jake Paul vs. Mike Tyson" è solo l'ennesima deriva populista, truffaldina dell'intrattenimento moderno, ci conferma l'incredibile potenza dei social media e dei suoi protagonisti, ma anche quanto tutto questo sia diventato un virus in grado di danneggiare gli stessi universi con cui entra a contatto. Nello sport moderno ormai, che sia il calcio, il basket, l'atletica, le arti marziali miste o la boxe, il singolo atleta nel momento in cui comincia ad avere visibilità, ha un potere praticamente sconfinato nelle proprie mani.

Il pugile Tyson Fury, era arrivato a tenere in ostaggio la sua cintura, arrivando a decidere come e contro chi combattere, fino alla parodia di un match contro Francis Ngannou, ex terrore della UFC. Paradossalmente per poco non perse per KO, dato lo stato di forma imbarazzante con cui salì sul ring. Il popolino bue, con le sue teorie astruse e perfette per il marketing di questi eventi, fantasticò di una vittoria di Ngannou contro Anthony Joshua, che mise però KO l'avversario in modo spietato ed efficiente. Molti hanno digrignato i denti quella sera, perché ha chiuso per sempre la possibilità di avere questi match, così redditizzi e così ridicoli, non al livello di "Jake Paul vs. Mike Tyson" però.

Il punto è che se pensate che "Jake Paul vs. Mike Tyson" sia stato un match vero, reale, se pensate che Paul sia un pugile e che Tyson sia un semidio a 58 anni, forse dovreste sedervi e riflettere su quanto siete facili da abbindolare, che sia per nostalgia, eccesso di tempo passato sui social o altro. "Jake Paul vs. Mike Tyson" è stato uno spettacolo pietoso, una truffa organizzata, un vero e proprio pacco, doppio pacco e contropaccotto di cui noi siamo le vittime, plaudenti e menefreghisti, ma soprattutto infantili per aver ceduto al primo pifferaio di passaggio. "Jake Paul vs. Mike Tyson" mi porta con la memoria al famoso adagio di Wanna Marchi, una che era bravissima ad utilizzare la stupidità altrui come una risorsa. A vedere il denaro generato da questa furbata, la triste conclusione è che Wanna aveva assolutamente ragione. 




Jake Paul vs. Mike Tyson ci ha fatto capire che come società abbiamo fallito
https://www.today.it/film-serie-tv/schede/netflix/jake-paul-vs-mike-tyson-commento.html
© Today

mercoledì 13 novembre 2024

IL PROBLEMA DI UN IRONMAN


A parte morire durante la gara...... 

Il problema e' che poi tutte le altre distanze non ti interessano più, anche se il mezzo fatto svelto e' sicuramente una bellissima gara. Ma svelto non e' il mio pane.....

lunedì 28 ottobre 2024

ONORE AI CADUTI


Sam, un altro eroe moderno: difendeva il titolo dell'anno scorso, esce tra i primi dall'acqua, fai il record in bici (180km in 3h47min) e poi esplode come una bomba a mano. Ai ristori invece di farsi dare i bicchieri dai volontari rubava i bottiglioni di Coca Cola e li beveva a collo (https://www.instagram.com/ironmantri/reel/DBmuwY8NSFZ/). Poi si e' fermato in un bagno. 

E' arrivato comunque al traguardo in 8 ore con questa faccia qui......

giovedì 24 ottobre 2024

L'OSSESSIONE BATTE IL TALENTO

 



- Sei arrivato fino a qui e dopo la prima brutta giornata pensi di mollare tutto?

- Faccio schifo

- Ami questo gioco? Insomma lo ami con tutto il cuore?

Perché se non è così non ne vale la pena più di tanto. Non apriremo una porta che ci sbatteranno dritto in faccia, io amo questo gioco io vivo per questo gioco.!!

Ci sono altri mille ragazzi che aspettano dietro le quinte che sono ossessionati da questo gioco.

L’ ossessione batte il talento, lo batterà sempre!!

Tu hai anche tutto il talento del mondo, ma hai anche l’ossessione?

È l’unica cosa a cui pensi?

Ascoltami, lì fuori sei tu contro te stesso. Quando entri in quel campo devi pensare (Io sono il miglior giocatore qui dentro).

Anche se hai Lebron come avversario.

Te lo chiedo di nuovo, tu ami questo gioco?

- si

- Ho davanti a me un gattino appena nato che fa le fusa,

Non ho sentito, vuoi entrare ha far parte della NBA??

- SI!!

- Be allora diamoci da fare . Mai mollare chiaro!"

sabato 19 ottobre 2024

"SOFFRIAMO MOLTO DI PIU' PER LA NOSTRA IMMAGINAZIONE CHE PER LA REALTA' " Seneca



mi fa ridere vedere i post di quelli che faranno l'ironman florida di quest'anno. Anch'io l'anno scorso (BTW e' già' passato un anno....) avevo dei dubbi e delle paure orrende tipo:

temperatura acqua, e muta si' - muta no? E se mi scappa la popo' nella muta?

ci saranno onde gigantesche, mostri marini, correnti glaciali?

vento contro in bici? e se mi si rompe la catena? devo portarmi due camere d'aria?

devo attaccarmi gli occhialini alla muta che se prendo un calcio in faccia e mi volano via almeno non li perdo?

you pack your fear......




mercoledì 16 ottobre 2024

LA LEZIONE DI GELINDO BORDIN


Qui si vede molta gente che corre con i gilet appesantiti. E tutte le volte che li incrocio mi tornano in mente le parole di Bordin: "se vuoi fare più fatica di corsa basta andare più forte o più lontano". 
Amen

mercoledì 2 ottobre 2024

UNA CATEGORIA DI PERSONE PERICOLOSE


 Nello sport, come nella vita, ci sono personaggi pericolosi che qualunque cosa tu dica loro devono rilanciare, o raccontarti per ore le loro avventure senza interessarsi minimamente all'interlocutore. 

Sono di segni contrapposti del tipo voi dite: "ho fatto un ironman" e loro rispondono: "anch'io ho finito la corsa di 5 km della anguilla bragarola di Comacchio" e poi parte una descrizione minuziosa dell'epico evento.

Oppure ti inchiodano con i loro racconti di ore su prestazioni sportive di livello ma senza che tu chieda niente o ancora peggio che tu non riesca a evadere con dei classici "mah.......".

giovedì 26 settembre 2024

CORRERE IN MARE (O PISCINA)


Ho raccontato al mio coach Z. la mia intenzione di correre in mare, cosi', anche se il legamento del ginocchio non e' ancora 100% potevo iniziare a aggiungere un'altra attività. inizialmente voleva rispondermi da vecchi Amici con un "fatdarintalculimbezil", pero' siccome e' anche un coach serio ha cercato di capire le mie motivazioni e di consigliarmi.

PER LA NUOVA LISTA DEI DESIDERI - L'ATLANTICO DEL NORD IN BICI