lunedì 22 settembre 2025

FIGLI



Caro Iacopo,
tanti anni fa, a ferrara, il campo era solo terra dura,
fango che gelava d’inverno,
sudore che bruciava d’estate.
Non c’erano luci né tribune,
solo i nostri sogni a illuminare la notte.
Non c’erano palestre riscaldate anzi delle volte non c’erano neanche le palestre.
Solo cuore e compagni di battaglia.

Non smettere ora.
Lo sport non è solo un gioco,
è una scuola di vita.
Ti insegna disciplina, rispetto,
ti regala fratelli nello spogliatoio.
E cicatrici, non tatuaggi.

Lo sport e’ continuare 
anche se i demoni nella tua testa urlano di fermarti,
e’ arrivare ultimo con orgoglio, 
perche’ al traguardo, di notte, ci si arriva da soli.
Come nella vita.

Caro Iacopo
se un giorno deciderai davvero di smettere,
fallo a testa alta, dopo aver 
lottato ancora un po’,
fino a quando sentirai che sei tu a scegliere,
non la stanchezza, non la paura.
non come chi scappa,
ma come chi ha imparato la lezione più grande:
che la vita, come lo sport, non regala nulla,
e che ciò che vale davvero
nasce solo da fatica, sogni e sacrificio.

Io resterò comunque al tuo fianco,
con le mie cicatrici, la mia fatica, i miei chilometri e i miei fallimenti,
pero’ ricordati:
ogni volta che stringerai i lacci delle scarpe,
ogni volta che sentirai il rumore del campo sotto i piedi, o dell’asfalto per una corsa,
tornerà quella fiamma che non si spegne.
Ed è quella fiamma
che ti farà uomo.

 

 

lunedì 8 settembre 2025

LA GIORNATA DI DIO - perche' sono ammalato


 1a giornata  di campionato NFL, Vuelta, Moto GP, Formula 1, Basket Europeo, finale US open e la pallavolo femminile. Davanti alla tv da 18 ore. Godo!!!!!!!!!!

mercoledì 3 settembre 2025

MA PERCHE' AVEVO SMESSO?


Dopo forse trent'anni ho ripreso a giocare a tennis. E' stato bellissimo. Erano trent'anni che non facevo uno scatto di corsa, erano trent'anni che il cervello non era collegato al gesto sportivo. Erano trent'anni che non mi faceva male dappertutto. Pero' che bello, ma perche' avevo smesso?

sabato 30 agosto 2025

"IN ALLENAMENTO E' DOVE TROVO LA PACE" CIT. DI L. SANDERS, ma anche per me


"Questo sport è sempre stato una ricerca infinita:

di apprendimento,
di crescita,
di scoprire cosa rimane dentro di te
quando tutto ti dice di fermarti.

Sento che è stato il triathlon a trovare me.
E una volta successo,
ho deciso di impegnarmi per vedere quanto lontano potevo arrivare.

I momenti belli.
I momenti terribili.
Mi ha fatto male, sì. Ma mi ha lasciato con la voglia di avere di più.

La fiducia, per me, nasce dall’allenamento.
Se mi sono allenato duro, con intelligenza,
se ho fatto il lavoro,
allora ho già vinto,
perché ho dato il meglio che potevo.
Questa è la vera vittoria. (ndr. "anche quando sono arrivato alla notte")

Caldo. Caldo.
A casa, ogni giorno è uguale:
colazione, caffè,
allenamento, riposo,
ancora allenamento.

È una routine,
ma è lì che si costruisce davvero.

Mi alleno da solo, non perché debba,
ma perché in quella solitudine
entro dentro me stesso.

L’allenamento per me è meditazione.
È lì che trovo la pace.

Ora lo sport è solo il luogo
in cui continuo a imparare chi sono davvero.

I momenti più bassi ti formano tanto quanto i più alti.

Non ho perso la fede.
Credo ancora di poter raggiungere il mio sogno.

E se non ci riuscirò, va bene lo stesso.
Perché il viaggio non è mai stato inseguire la perfezione.
È sempre stato: presentarsi, dare tutto, e imparare chi sono nel processo.

Questo è ciò che è sempre stato.
E sarà sempre così.

lunedì 25 agosto 2025

"PERCHE' PEDALO ANCORA?" cit. da Roadman Podcast, ma forse ci sono anch'io


BADLAND.....Roadman


" Questa domenica pedalerò per 800 km attraverso il deserto spagnolo per rispondere a una domanda a cui avrei dovuto trovare risposta da tempo.

Perché pedalo ancora?

Sarebbe più facile non farlo. Più economico non farlo. La mia attività crescerebbe più in fretta. Vedrei di più la mia famiglia.

E invece eccomi qui, a fare i bagagli per la Badlands, pronto a sparire nel nulla per giorni.

Vent’anni. Decine di migliaia di euro. Innumerevoli ore lontano da tutto ciò che, in teoria, dovrebbe contare.

Per cosa? Per girare in tondo? Per soffrire in lycra? Per inseguire i fantasmi di chi ero una volta?

La bici era iniziata come libertà.

Un ragazzino riccioluto di Dublino, dipendente dalla velocità. Una vecchia Raleigh arrugginita senza freni. All’improvviso, il mondo si era fatto più grande.

Paesi irraggiungibili a piedi diventavano possibili. I confini sparivano. Tutto si apriva.

Poi è diventata necessità. L’università a Dublino significava scegliere tra quattro ore nel traffico o due sotto la pioggia. Ho scelto la pioggia. Arrivavo fradicio, ma vivo.

Poi è diventata ambizione. Posso farne un lavoro? Posso correre le gare più grandi del mondo? (Non ci sono mai arrivato del tutto).

Poi è diventata… cosa? Identità? Dipendenza?

Da qualche parte, lungo la strada, ho dimenticato la domanda a cui la bici stava rispondendo.

La scorsa estate, in Bosnia, qualcosa si è spezzato.

Nessun misuratore di potenza. Nessuno Strava. Nessun programma. Solo io, un paio di buoni amici e strade di montagna a cui non importava nulla delle mie credenziali.

La prima volta in dieci anni che pedalavo senza analizzare. Senza giustificare.

Il silenzio era terrificante. Ma anche esattamente ciò di cui avevo bisogno.

È allora che ho capito: ho trasformato ciò che amo in una performance.

Ogni uscita ha bisogno di metriche. Ogni percorso di ottimizzazione. Ogni momento di convalida.

Sono diventato l’ennesimo che distrugge il mistero con i dati, sostituendo la gioia con l’ansia da prestazione.

Perché allora la Badlands?

Perché 800 km nel deserto spogliano via tutta la farsa.

Niente soste al bar in cui mettersi in mostra. Nessun gruppo da impressionare. Nessun upload a certificare lo sforzo.

Solo tu, la bici, e quello che resta della vostra relazione dopo vent’anni.

I miei mentori d’affari mi danno sempre lo stesso consiglio:

“Immagina cosa potresti costruire con quel tempo e quella energia.”

Hanno ragione. Potrei ottimizzare la mia vita. Massimizzare i miei risultati. Ampliare il mio impatto.

Ma che senso ha costruire una vita se hai abbandonato tutto ciò che ti faceva sentire vivo?

La bici non mi deve niente. Mi ha dato tutto:

Ogni svolta è arrivata a soglia.
Ogni vera amicizia è iniziata in un’uscita di gruppo.

Ora le devo una conversazione onesta.

Forse scoprirò che è finita.
Forse ricorderò perché abbiamo iniziato.
Forse non cambierà nulla.

Ma almeno smetterò di fingere che nuovi componenti possano aggiustare ciò che si è rotto tra noi.

Almeno saprò se è ancora amore o solo inerzia.

800 km per scoprirlo.

Solo io e la macchina che mi ha portato attraverso ogni versione di me stesso, a chiederci se abbiamo ancora qualcosa da dirci.

Ci vediamo nel deserto.

Dove l’unico pubblico sei tu stesso. Dove la sofferenza ha ancora un senso. Dove forse, solo forse, ritroverò ciò che ho perso tra la prima pedalata e questa".

venerdì 22 agosto 2025

"SANGUINA ANCORA" cit.




 Si e' rotto qualcosa o e' la mancanza di obiettivi sportivi futuri? 

domenica 17 agosto 2025

FRANCESCO PUPPI - UN NUOVO EROE DELLA FATICA



ho trovato un nuovo eroe e un nuovo filosofo della fatica

"Alla fine io

vedo la gara come un momento in cui tu

semplicemente

vai ad eseguire quello che per cui ti

eri tanto preparato. Quindi in realtà

non è tanto la difficoltà del giorno

della gara. La difficoltà sta a monte

nei mesi di allenamento che servono per

arrivare fin lì. Ovviamente nel momento

in cui vai in gara devi solo attingere

alle risorse, metterle in campo, però ti

sei già costruito per fare, cioè sei lì

per far quello e quindi poi, diciamo,

permetterti di spingere al massimo, cosa

che non puoi fare evidentemente in

allenamento perché si tratta di fare

economia di risorse, di di avere chiare

quelle priorità

a cui accennavo prima, insomma, e però

sì, chiaramente il rapporto con la

fatica e' un aspetto preponderante.

alla fine anche la cosa bella, secondo

me, della corsa, cioè io non corro tanto

per i risultati, ma

per la bellezza del processo in sé, per

la fatica, le sensazioni che provo

durante la corsa, quindi

cioè ti piace proprio?

Sì, sì. Secondo me è una cosa che a

livello sociale tendiamo tanto,

usiamo qualsiasi strategemma per non

far fatica, no? Assolutamente,

però la corsa ti porta necessariamente a

confrontarti con quell'aspetto lì e

quindi è un po' quasi contraddittorio da

questo punto di vista, però secondo me è

il bello del mio sport. La fatica ti

insegna anche tante cose, ti insegna

che, cioè, comunque i risultati non si

ottengono senza senza fatica, senza il

duro lavoro. A volte quando son fuori ad

allenarmi per dire e faccio fatica, un

pensiero che per esempio mi aiuta è ok

ma io sto facendo fatica perché mi sto

costruendo, cioè sto portando il mio

corpo a migliorare, quindi devo passare

attraverso questa fatica, perché sto

diventando più forte attraverso questa

fatica e quindi questo secondo me aiuta

ad accettarla,

a ad addomesticarla un po' e altre volte

invece ti sembra di dover affrontare

delle fatiche insormontabili

semplicemente perché

la le sfide che hai davanti ti sembrano

troppo grandi, quindi in quel caso lì

secondo me aiuta a dividerle in dei

piazzettini più piccoli che tu puoi

affrontare singolarmente in modo che

l'energia, diciamo, di attivazione per

affrontare quella piccola sfida eh è

sufficiente sufficientemente bassa,

per cui tu riesci ad affrontarla, mentre

se il tuo cervello percepisce che la

sfida che hai davanti è insormontabile,

chiaramente non si mette ne inizia

neanche, no? perché tanto è inutile, non ce la farò mai".







venerdì 15 agosto 2025

DEI MIEI LUOGHI OSCURI 3

 https://www.youtube.com/watch?v=DZOeAOQNMPo&t=2108s

Chi fa cose veramente estreme ha dei luoghi molto piu' neri dei miei, pero' passiamo tutti per le stesse paure, anche se le mie cretinate non sono niente rispetto a quello che fanno loro.


"I can't make mistake out there, this is for real"

mercoledì 13 agosto 2025

SWATT CLUB - THE UNSUNG HEROES

 Di loro ne avevo parlato tempo fa, adesso sono il piu' grande club italiano con 2500 iscritti per ciclismo & co. Erano i Paria del ciclismo pro, pieni di entusiasmo e di battaglie perdute, sogni e illusioni anche di cambiare uno sport malato che ti ama e ti distrugge. Adesso che hanno vinto la maglia di campione d'italia per strada e gravel sono diventati un fenomeno piu' filosofico che sportivo. Mattia e Filippo hanno scritto dopo, uno con violenza e l'altro con consapevolezza.





sabato 9 agosto 2025

IL TEMPO AGGIUSTA TUTTO, ANCHE IL RICORDO PIU' DURO DEL DIVIDE (NEL VIDEO, NON MIO)


 "Il segreto della felicita' e' buona salute e cattiva memoria" C. Chanel

Inaspettatamente sto ripensando al Divide e rivedo le mie decisioni (durante il Divide volevo vendere tutte le bici....). Penso che ci siamo bellissimi posti da vedere da una bicicletta, e anche dormendo in tenda e che forse il Colorado del Divide potrebbe essere un bel progetto per il prossimo anno. PERO' non piu' da solo: cosa. che apre tutta un'altra complessita'.

E dopo quasi due settimane di vacanza senza fare niente (in parte per motivi logistici per evitare di essere mangiato vivo dai leoni) ho ricominciato ieri a allenarmi. Ho deciso di iniziare dal dolore, correre a piedi nel caldo terribile. E chiaramente mi e' piaciuto. Come sempre.

mercoledì 23 luglio 2025

GLI DEI CHIEDONO UN SACRIFICIO


 Sono in ritiro con la squadra (cioe' la mia famiglia) a Bormio e quindi lo Stelvio e il Gavia sono sempre nel menu'. Piu' per forza e abitudine che per piacere questa volta, penso che il Divide mi abbia minato la motivazione. Comunque dopo un disastroso inizio, 10 minuti in piu' sul mio tempo, nella salita del primo giorno, ieri sono andato su a vita persa e sono tornato a un tempo normale, ma appena sceso dalla sella il dio dello Stelvio mi hai infilato una spada tra la fine della coscia e l'inizio della natica. Non riuscivo a fare le scale etc. Insomma no good, ormai ho abbastanza imparato a capire se i malanni sono passeggeri o da preoccuparsi, e questo sembra di quest'ultima categoria. Vado dal fisio che senza esami spara una possibile tendinite. Preghiamo....

sabato 19 luglio 2025

DEI MIEI LUOGHI OSCURI 2


E l'altro pensiero collegato al precedente da quando sono tornato e' che forse il Divide per me era l'obiettivo massimo, il traguardo piu' lontano dalla mia personalita', dove ho dovuto oltrepassare tutti i miei confini, anche i piu' nascosti. E li ho dovuti affrontare da solo.

Un amico che e' passato per simili percorsi mi ha citato Alexandros di Pascoli (chiaramente con le dovute proporzioni verso Alessandro Magno e il mio amico esploratore vero): 

"Pascoli affronta il tema del viaggio e dell’aspirazione all’infinito, mostrando come il sogno di Alessandro si scontri con i limiti dell’esistenza umana. Il poeta utilizza Alessandro come simbolo dell’uomo che cerca l’assoluto , solo per scoprire che la conoscenza suprema porta con sé una profonda malinconia e il senso del nulla. L’opera riflette anche una dimensione esistenziale e filosofica: il sogno come “infinita ombra del vero” rappresenta il desiderio di trascendere la realtà tangibile per avvicinarsi all’ignoto.

Dal punto di vista storico, Pascoli inserisce il personaggio di Alessandro in un contesto simbolico, dove ogni dettaglio del viaggio diventa metafora della condizione umana. L’oceano, la notte, e il “nulla” rappresentano la fine del percorso, il limite ultimo al quale l’uomo giunge con la sua incessante ricerca.

 Innanzitutto, emerge il tema della ricerca dell’assoluto , rappresentata dalla figura di Alessandro Magno, simbolo dell’uomo mosso da un’ambizione sconfinata che lo spinge a superare ogni limite, fino a trovarsi inevitabilmente di fronte al nulla. Un altro elemento centrale è il contrasto tra sogno e realtà : il sogno diventa la proiezione ideale dell’uomo, la sua aspirazione verso l’infinito, ma la realtà si impone con la sua inesorabile concretezza, ponendo confini invalicabili. Infine, la poesia esprime la malinconia del successo , poiché Alessandro, pur raggiungendo l’estremo confine del mondo conosciuto, non trova la realizzazione, ma solo un senso di vuoto, insoddisfazione e perdita. Questo messaggio universale riflette la condizione umana, sospesa tra l’aspirazione all’infinito e i limiti della realtà." 

DEI MIEI LUOGHI OSCURI 1


Sono in ritiro con la squadra (cioè' la mia famiglia) a Bormio, e oltre a essere piantato come un palo di un parcheggio di un supermercato, uscire in bici per fare il Gavia o lo Stelvio e' diventato un dovere e non un piacere. E uno dei pensieri che sto processando da quando sono tornato e' cosa fare dopo che si e' passato le Colonne D'Ercole, cioe' cosa mi dovrò inventare in futuro per trovare nuovi stimoli per continuare a allenarmi.


"Il mito di Ercole: oltre non c’è più nulla"

Il mito racconta del semidio Ercole, figlio di Zeus e della mortale Alcmena, che durante una delle sue dodici fatiche deve catturare i buoi di Gerione, un gigante con tre teste, tre corpi e sei braccia, nonché re dell’isola di Eritrea.
Per raggiungere il luogo,  attraversa la Tracia, l’Asia Minore, l’Egitto per poi arrivare alle coste occidentali dell’Africa e a Gibilterra.

Qui i monti Calpe e Abila rappresentavano due frontiere che nessuno aveva mai osato oltrepassare, il limite del conociuto e anche del conoscibile.
Sulle loro rive, l’eroe dunque decide di erigere 
due colonne di marmo, una sulla in Spagna e l’altra in Africa, sormontate da una statua con l’iscrizione “Non plus ultra”: oltre non c’è più nulla

La figura era rivolta verso est, cioè verso i navigatori, come ad avvisarli di non spingersi oltre per non incorrere nell’oblio. Per secoli ci si è rifiutati di affrontare il mare grigio, roboante e tempestoso che si estendeva al di là. 

Eppure, proprio l’esistenza un limite, ha sempre incuriosito e acceso al voglia di superarlo. Riuscire a esplorare e scoprire cosa potesse esserci oltre quelle Colonne d’Ercole ha sempre affascinato avventurieri, navigatori, artisti e scrittori. Tanto da diventare l’immagine stessa dell’impulso irrefrenabile che ci spinge talora a strapparci alla  sedentarietà e a partire verso una meta ignota, seguendo un istinto che spesso non è razionale.

domenica 13 luglio 2025