mercoledì 23 luglio 2025

GLI DEI CHIEDONO UN SACRIFICIO


 Sono in ritiro con la squadra (cioe' la mia famiglia) a Bormio e quindi lo Stelvio e il Gavia sono sempre nel menu'. Piu' per forza e abitudine che per piacere questa volta, penso che il Divide mi abbia minato la motivazione. Comunque dopo un disastroso inizio, 10 minuti in piu' sul mio tempo, nella salita del primo giorno, ieri sono andato su a vita persa e sono tornato a un tempo normale, ma appena sceso dalla sella il dio dello Stelvio mi hai infilato una spada tra la fine della coscia e l'inizio della natica. Non riuscivo a fare le scale etc. Insomma no good, ormai ho abbastanza imparato a capire se i malanni sono passeggeri o da preoccuparsi, e questo sembra di quest'ultima categoria. Vado dal fisio che senza esami spara una possibile tendinite. Preghiamo....

sabato 19 luglio 2025

DEI MIEI LUOGHI OSCURI 2


E l'altro pensiero collegato al precedente da quando sono tornato e' che forse il Divide per me era l'obiettivo massimo, il traguardo piu' lontano dalla mia personalita', dove ho dovuto oltrepassare tutti i miei confini, anche i piu' nascosti. E li ho dovuti affrontare da solo.

Un amico che e' passato per simili percorsi mi ha citato Alexandros di Pascoli (chiaramente con le dovute proporzioni verso Alessandro Magno e il mio amico esploratore vero): 

"Pascoli affronta il tema del viaggio e dell’aspirazione all’infinito, mostrando come il sogno di Alessandro si scontri con i limiti dell’esistenza umana. Il poeta utilizza Alessandro come simbolo dell’uomo che cerca l’assoluto , solo per scoprire che la conoscenza suprema porta con sé una profonda malinconia e il senso del nulla. L’opera riflette anche una dimensione esistenziale e filosofica: il sogno come “infinita ombra del vero” rappresenta il desiderio di trascendere la realtà tangibile per avvicinarsi all’ignoto.

Dal punto di vista storico, Pascoli inserisce il personaggio di Alessandro in un contesto simbolico, dove ogni dettaglio del viaggio diventa metafora della condizione umana. L’oceano, la notte, e il “nulla” rappresentano la fine del percorso, il limite ultimo al quale l’uomo giunge con la sua incessante ricerca.

 Innanzitutto, emerge il tema della ricerca dell’assoluto , rappresentata dalla figura di Alessandro Magno, simbolo dell’uomo mosso da un’ambizione sconfinata che lo spinge a superare ogni limite, fino a trovarsi inevitabilmente di fronte al nulla. Un altro elemento centrale è il contrasto tra sogno e realtà : il sogno diventa la proiezione ideale dell’uomo, la sua aspirazione verso l’infinito, ma la realtà si impone con la sua inesorabile concretezza, ponendo confini invalicabili. Infine, la poesia esprime la malinconia del successo , poiché Alessandro, pur raggiungendo l’estremo confine del mondo conosciuto, non trova la realizzazione, ma solo un senso di vuoto, insoddisfazione e perdita. Questo messaggio universale riflette la condizione umana, sospesa tra l’aspirazione all’infinito e i limiti della realtà." 

DEI MIEI LUOGHI OSCURI 1


Sono in ritiro con la squadra (cioè' la mia famiglia) a Bormio, e oltre a essere piantato come un palo di un parcheggio di un supermercato, uscire in bici per fare il Gavia o lo Stelvio e' diventato un dovere e non un piacere. E uno dei pensieri che sto processando da quando sono tornato e' cosa fare dopo che si e' passato le Colonne D'Ercole, cioe' cosa mi dovrò inventare in futuro per trovare nuovi stimoli per continuare a allenarmi.


"Il mito di Ercole: oltre non c’è più nulla"

Il mito racconta del semidio Ercole, figlio di Zeus e della mortale Alcmena, che durante una delle sue dodici fatiche deve catturare i buoi di Gerione, un gigante con tre teste, tre corpi e sei braccia, nonché re dell’isola di Eritrea.
Per raggiungere il luogo,  attraversa la Tracia, l’Asia Minore, l’Egitto per poi arrivare alle coste occidentali dell’Africa e a Gibilterra.

Qui i monti Calpe e Abila rappresentavano due frontiere che nessuno aveva mai osato oltrepassare, il limite del conociuto e anche del conoscibile.
Sulle loro rive, l’eroe dunque decide di erigere 
due colonne di marmo, una sulla in Spagna e l’altra in Africa, sormontate da una statua con l’iscrizione “Non plus ultra”: oltre non c’è più nulla

La figura era rivolta verso est, cioè verso i navigatori, come ad avvisarli di non spingersi oltre per non incorrere nell’oblio. Per secoli ci si è rifiutati di affrontare il mare grigio, roboante e tempestoso che si estendeva al di là. 

Eppure, proprio l’esistenza un limite, ha sempre incuriosito e acceso al voglia di superarlo. Riuscire a esplorare e scoprire cosa potesse esserci oltre quelle Colonne d’Ercole ha sempre affascinato avventurieri, navigatori, artisti e scrittori. Tanto da diventare l’immagine stessa dell’impulso irrefrenabile che ci spinge talora a strapparci alla  sedentarietà e a partire verso una meta ignota, seguendo un istinto che spesso non è razionale.

domenica 13 luglio 2025

giovedì 10 luglio 2025

GIORNO 00 - cosa resterà di questo Divide


Avevo 4 obiettivi per questo viaggio. Il primo di restare vivo, il secondo di arrivare dal Canada al confine degli Stati Uniti, il terzo (quello che ho raggiunto) di fare mille km, il quarto di fare mille miglia. Ancora prima di partire avevo escluso di tentare di arrivare fino alla fine del confine con il Messico. 

Prima di tutto ho capito che questo tipo di viaggio non si può raccontare, e che ci sono molte cose che capirò più avanti nel tempo. 
Sono stato in posti oscuri dentro la mia testa, e fisicamente in punti ancora più profondi. 
Però ecco un primo bilancio superficiale:

- Bici: Peter Pan è stata fantastica e non la venderò. Sarà la mia bici da viaggio per sempre. Solo un guaio al cambio per tutto il fango che entrava nei guadi o pozzanghere. 

- Abbigliamento: ho portato più del dovuto ma probabilmente solo perché non è mai piovuto. 

- Allenamento: come al solito i miei coach Zuck e Rocco mi hanno preparato alla perfezione. Grazie. 

- Nutrizione: mangiare nelle stazioni di servizio e in canili vari e’ veramente grintoso. L’avevo sottovalutato. 

- Idratazione: c’è stato caldo ma non mortale. Avevo le borracce e la sacca che serviva. 

- Orientamento: sono riuscito a perdermi spesso nonostante tutta la tecnologia satellitare, le mappe di carta e la bussola. Ma mai in maniera irreversibile. 

- Preparazione logistica: e qui devo ringraziare Ale, non ci si prepara mai abbastanza. Devi prevedere tutto e avere dei piani B, e C, e D. 

- Prenotazioni serali: avevo sottovalutato anche quando arrivi stanchissimo in un posto alla sera e poi devi iniziare a cercare dove dormire il giorno dopo e prenotare.

- Sonno: sei sempre in deficit di sonno, per non parlare se poi io devo dormire in tenda

- Silenzio: bellissimo per tanto, forse troppo

- Solitudine: non si puo' spiegare

- Persone che incontri: i bikepackers sono lenti come un tango e sporchi e malati monomaniaci, cioè infrequentabili. Gli ultraciclyst sono pazzi. E poi i picchiatelli su ruote tipo la signora di almeno settant’anni che andava con bakfiet (bici olandese con il cassone) elettrico con il cane. o quelli che fanno tutto il Divide a scatto fisso. Gli americani di queste parti non ti stupisci che votino quello che votano. In Canada ci sono più Ganesh e Australiani che canadesi. 

- Partecipanti: uno poco, due troppi 

- Metafore: si fa una gran fatica a salire ma ci vuole un attimo a scendere. 


Un ringraziamento particolare a mia mamma che si è manifestata in varie maniere ma che mi ha sempre supportato. 


mercoledì 9 luglio 2025

GIORNO 9

 


Ultimo giorno. Devo arrivare a Helena prima di mezzogiorno dal meccanico che deve mettere Peter Pan nella scatola per il volo. 

Mi sveglio ancora prima del solito perché oggi c’è un passo grintoso e poi altri due a giudicare dai video dei Dividers precedenti e dalla mappa. 
Freddo vero ma mi scaldò con quasi cinque km spingendo la bici su sassi, solo sassi. 
Sento un rumore di roba grossa che si muove di fianco al Trail. Ma è un momento magico e se io non rompo i coglioni alla natura, loro mi lasceranno passare. Ogni tanto passa un vento caldo bellissimo e senza senso lì. Penso che sia mia mamma. 
Sgonfio le gomme per andare più forte in discesa ma sono in ritardo. 
Giro allora per un altro sentiero più diretto verso il paese. E mi stupisco di come sia migliorato a usare il gps. Non la bussola e la mappa cartacea tengo a precisare. 
Arrivo dal meccanico in orario, vuoto le borse e metto tutto in due sacchi del pattume gentilmente offerti dal meccanico. 
Con un Uber vado da Target a comprare una valigia e poi in albergo. 
Nel frattempo L, amore della vita mia, cerca di prenotare il volo per domani ma non c’è posto. Peccato, partirò dopodomani. 
Nel pomeriggio torno a prendere lo scatolone che adesso dorme con me. 
Domani 24 ore a Helena saranno tutte da inventare. Ma ho tanto da recuperare. 

martedì 8 luglio 2025

GIORNO 8


Poi ieri sera il “ristorante dell’albergo” era chiuso e non avevo voglia di andare di sera in bici in paese, quindi salto la cena. Però mi rifaccio la mattina con il solito breakfast of Champion nella stazione di servizio con degli operai latinos che andavano a red bull alle 6 e una veramente graziosa signorina in abito lungo e tacchi che probabilmente tornava a casa da un locale o da un cliente. 
All’uscita un camionista mi dice (in maniera gentile) che siamo dei pazzi a andare in bici sulla Statale perché basta un minimo movimento sbagliato della bici e loro ci tirano sotto perché non fanno in tempo a sterzare. Bene, iniziamo bene. 
Strade sterrate sempre tenute benissimo, molto fresco da guanti e cappello ma natura meravigliosa. Arrivo a Ovando e faccio una seconda colazione in un posto che sembra disegnato da Tarantino. 
Un po’ pesante. Anche perché di solito in bici mangio solo gel e barrette. 
Sono al 70esimo km su una salitona da 12km con un panorama meraviglioso sulla vallata e L, amore della vita mia, mi manda un messaggio che dovrò comprare lantizanzare. 
Dopo più di 100km arrivo a Lincoln, classico paese su una strada, e prendo possesso della prestigiosa suite del 3 Bears Motel. 
Domani ultimo giorno di bici…. Preghiamo 


 

lunedì 7 luglio 2025

GIORNO 7

 


Qui non sai mai cosa ti può capitare, nel bene o nel male. 

Mi sveglio presto perché avevo tanti km e tanto dislivello. Che novità! Vado a fare la colazione del campione in una stazione di servizio. Poi parto e mi disunisco: giro per 20km come una gallina senza testa per il Montana. Poi finalmente ritrovo la traccia e incomincia una salita eterna ma pedalabile. Cielo sereno, ma praticamente dal km 1 inizia una vegetazione così fitta di fianco alla traccia che non si vede il paesaggio intorno. Solo picchi di montagne ma raramente. Mi perdo la foto della vita quando per un secondo si apre e sotto c’è un lago con le nuvole basse. E io sono sopra le nuvole di tanto. Poi discesa eterna e sterrato che neanche le autostrade italiane sono tenute così bene. 
Vado giù bello allegro e dopo una curva un orso davanti a me scappa nella vegetazione. Forse aveva più paura lui ma io non mi sono più ripreso. Incomincio a fischiare in continuazione ma subito guardo se si riesce a uscire dalla traccia. 
Sì ottimo, tra 100 km però. I più lunghi 100 km della mia vita. E tutti con la vegetazione a sipario ai lati della traccia. Non penso morirò mangiato da un orso ma non mi godo di uno sterrato spettacolare. 
Finalmente tardo pomeriggio esco su una statale che il gran premio di Monza è niente. Altri km con il cuore in gola per ogni auto, camion o camper che mi sorpassa. Incontro anche altri 3 deficienti in bici. Ma mi sento proprio un idiota. Arrivo al Bates Motel e faccio una riunione con me stesso ma non ragiono per la stanchezza. 
Domani altri km e altro dislivello, perché se mi fermo a pensare non va bene. 


domenica 6 luglio 2025

GIORNO 6


La colazione era inclusa: uno yogurt e un pezzo di frittata, neanche un pezzo di pane. Ecco perché era inclusa. Comunque ieri sera ero andato a fare carboload in un ristorante italiano dove il cuoco era una specie di vichingo locale con le trecce. 
Aspetto le 9 per portare Peter Pan dal dottore. Siccome il 99% dei meccanici di bici è insopportabile e supponente, entro carico a mille con proprio voglia di litigare se avessero avuto l’attitudine. 
Invece gentilissimi e super professionali. Mi hanno risolto tutti i problemi meccanici e trovato una soluzione per bloccare la tenda al telaio. 
Nel negozio di bici incontro un tugnino (tedesco per i non ferraresi) che era a gufare l’altra mattina quando avevo dichiarato la mia meta. Mi chiede: “Sei arrivato adesso?” (cioè il giorno dopo….), “No, ieri pomeriggio alle 5, merda”.
Riesco a ri-partire a mezzogiorno, ma sapevo che avevo solo 70km piatti e quasi tutto asfalto. 
Mi fa un certo effetto essere tornato in un mondo conosciuto, dove ci sono case e auto. Anche sé poche. Dove se ti capita qualcosa, hai la possibilità di sopravvivere, non la certezza di morire come nei giorni scorsi. 
Con un filo di gas arrivo a Big Fork che sembra i paesini del west di Sergio Leone. Tutto finto mi sa. 
Dormo nella camera Art Deco’ (giuro che si chiama così) di un canile maleodorante. 
Domani invece giornatona. 
Preghiamo. 

sabato 5 luglio 2025

GIORNO 5

 


Mi sveglio nel Airbnb del “silenzio degli innocenti” e preparo la partenza. Esco e trovo una stazione di servizio per il breakfast of Champion. 

Dopo poco arrivano altri ciclisti che avevano dormito in tenda dietro il municipio. 
E trovo subito il rompicoglioni: da dove arrivi, dove vai? Whitefish rispondo. Lui guarda nel vuoto preoccupato e poi: “ah sono quasi 100 miglia, ci sono due passi molto alti, sul secondo potresti trovare la neve e verso sera pioverà”.
Io lo saluto e scappo con un carico di dubbi che non ci stavano nelle borse della bici. 
Per un momento penso di fare la versione stradale ma poi in realtà capisco che l’universo mi mette alla prova e parto a cannone. 
Si rivelerà invece un giro durissimo ma bello con strade mediamente tenute bene. Tanta salita ma chiaramente tanta discesa. Purtroppo però Peter Pan fa dei rumori non belli dal movimento centrale: potrebbero essere i cuscinetti che hanno preso fango o per come me ne intendo io anche la supercazzolaprematurata. 
Arrivo relativamente presto prima della pioggia al prestigioso Duck Inn di whitefish. Doccia tra la vita e la morte e subito al ristorante italiano per il carbo load. 
Domani devo aspettare apra un negozio di bici per portare Peter Pan ma comunque avevo già pianificato una giornata di scarico dopo le mazzate di ieri e di oggi.  
E in teoria smetterà di piovere in tarda mattinata. 


venerdì 4 luglio 2025

GIORNO 4

 


Rispetto a oggi l’ironman è una passeggiata di salute. Aggiungerò nei prossimi giorni una cronaca dettagliata ma le cose che dovrò raccontare sono la foresta maledetta del Signore degli Anelli in cui mia mamma mi diceva di pedalare in fretta perché erano tutti dei morti. Mi viene ancora la pelle d’oca. I migliaia di alberi caduti che per almeno 50km mi obbligavano a scendere dalla bici, scavalcarli e risalire e poi il mortale The Wall, indescrivibile muro su cui scorre una specie di ruscello e tu devi portare su la bici da 40/50 kg praticamente a spalla e rischiando di cadere all’indietro con bici e tutto. Per una mezz’oretta…..
Ci sarebbe anche la ciliegina del Airbnb di Eureka (si pronuncia iurica). 

giovedì 3 luglio 2025

GIORNO 3



Il battesimo del fuoco: non avevo mai dormito in tenda e in un sacco a pelo. In 60 anni…..

Non avevo mai costruito una tenda. 
Ieri sera è successo. Non c’erano alberghi disponibili, solo 2 e la reception di uno era dentro un negozio di liquori dove dormiva un Ganesh al bancone. Che meraviglia. 
Non avevo gambe per andare nella città dopo. 
E quindi non avevo scelta. 
Però devo dire che mi è piaciuto, e se dovessi farlo ancora sempre per emergenze lo rifarei. 
Chiaramente ho dormito 2 ore però ho dormito. 
Mi piaceva dormire con il cappello ma sentire l’aria fredda della notte. Avevo tutto attorno a me, compreso il bagno per le pipì notturne dentro una bottiglia di spremuta. 
Esco dalla tenda come Belfagor e smonto tutto. Faccio anche colazione con i resti della cena di ieri. 
Il piano SAREBBE stato di affrontare subito il famigerato Koko Claim, ma la sera prima due ciclisti che dormivano di fianco alla mia piazzola e l’avevano appena fatto mi rispiegano che sono 17km in salita con punte del 20% tutti spengendo la bici e poi siccome la discesa non è stata pulita anche 5km di discesa si fanno tenendo la bici a mano. Cioè una mezza maratona con pendenze pazzesche spingendo una bici di 40/50 kg. 
Dal momento che il mio sponsor paga lo stesso decido una strada alternativa. Bella però super tecnica. Tanto che verso la fine ci metto forse più tempo ma almeno lascio in pace tutte le divinità. 
Arrivo a Fernie e passo subito in un negozio di bici per piccole riparazioni. 
Peter Pan si sta comportando benissimo e non sarà sostituita dopo questo giro come avevo pensato inizialmente. Brava Peter Pan. 
Chiaramente qui avevo prenotato un albergo per bilanciare la tenda e cercare di recuperare il sonno perduto che inizia a farsi sentire. 




 

mercoledì 2 luglio 2025

GIORNO 2


5 gradi. Ore 6 del mattino. 
Davanti all’albergo per farmi capire quanto sono fortunato c’era un signore sovrappeso, pelato, probabilmente della mia età anche se sembrava mio nonno, che stava preparando un power point con il computer sulle ginocchia. 
Basta questo per darmi 100 watt in più e in effetti parto a bomba, strada sterrata larga e dritta. Mi metto nelle appendici del manubrio e meno. 
Godo. 
Poi la traccia gira per l’High Rockies Trail e la musica cambia. Tanta bici a spinta per tanto tempo infinito in salita. Però penso al mio amico davanti all’albergo e niente mi infastidisce. 
Come sempre dopo che si va in alto, poi si scende in basso. E inizia una discesa abbastanza facile anche se tecnica e lì godo come un micio. 
Altre salite eterne e tutti i posti dove dovevo mangiare o bere sono ancora chiusi. 
Arrivo al totem che segna il passaggio da una regione a un’altra in Canada. L’avevo visto mille volte in tutti i video di you tube, come il ponte sospeso sulla cascata. 
Da lì parte la strada più bella del mondo: praticamente 60 km di sterrato in discesa. 
Nel mio piano iniziale per evitare il campeggio stasera volevo tirare per altri 90 km. 
Ma arrivato davanti al campeggio entro senza il minimo dubbio. 
E costruisco tenda e letto. Come un grande. 
Sto aspettando che venga il buio per entrare nella mia nuova casetta. 
Sicuramente dormirò benissimo. 
Preghiamo. 




 

martedì 1 luglio 2025

GIORNO 1







Giuro che è vero: mi sono perso dentro l’albergo quando cercavo di uscire con la bici. 

Se il buongiorno si vede dal mattino siamo a posto. 
Quando riesco finalmente a uscire apro la mappa e mi oriento con la bussola e il sole come da lezioni di Ale e di Gio. 
Attacco poi immediatamente la tecnologia e dirigo verso la partenza (cioè l’hotel che avevo visto ieri). 
Il Garmin impazzisce subito e mi manda su per un trail con una pendenza del 20% minimo. 
Dopo qualche centinaio di metri spingendo la bici capisco che mi sono già perso per la seconda volta in 20 minuti. 
Lo capisco perché dai video di you tube una salita così grintosa all’inizio non l’avevo mai vista. 
Torno giù e trovo la vera traccia. 
Se il buongiorno si vede dal mattino 2. 
Freddo vero ma sono vestito giusto. Forse ho sbagliato i guanti. Ma non di troppo. 
E poi incomincia la goduria tra boschi di conifere e montagne con ancora la neve per una vallata di fianco a un fiume.  
Nessuno in strada. Solo due Ganesh col turbante che nel mezzo del nulla si facevano dei cannoni. 
Giuro che è vero. 
Strada però grintosa, mangia e bevi di salite e molto pietraia. Però che cosa mi aspettavo? 
Pensavo di andare più forte ma sarà l’altitudine, il freddo, il terreno e la concentrazione per non perdermi che vado ai 10km all’ora di media. 
Verso le 14 arrivo all’albergo che avevo prenotato. 
Però un bel po’ provato. 
The rinforzato e cena. 
Nel mezzo la ricerca dell’albergo per domani che non ho trovato. 
Mi sa che sarà il battesimo della tenda. 
Preghiamo.