- Bici: Peter Pan è stata fantastica e non la venderò. Sarà la mia bici da viaggio per sempre. Solo un guaio al cambio per tutto il fango che entrava nei guadi o pozzanghere.
- Abbigliamento: ho portato più del dovuto ma probabilmente solo perché non è mai piovuto.
- Allenamento: come al solito i miei coach Zuck e Rocco mi hanno preparato alla perfezione. Grazie.
- Nutrizione: mangiare nelle stazioni di servizio e in canili vari e’ veramente grintoso. L’avevo sottovalutato.
- Idratazione: c’è stato caldo ma non mortale. Avevo le borracce e la sacca che serviva.
- Orientamento: sono riuscito a perdermi spesso nonostante tutta la tecnologia satellitare, le mappe di carta e la bussola. Ma mai in maniera irreversibile.
- Preparazione logistica: e qui devo ringraziare Ale, non ci si prepara mai abbastanza. Devi prevedere tutto e avere dei piani B, e C, e D.
- Prenotazioni serali: avevo sottovalutato anche quando arrivi stanchissimo in un posto alla sera e poi devi iniziare a cercare dove dormire il giorno dopo e prenotare.
- Sonno: sei sempre in deficit di sonno, per non parlare se poi io devo dormire in tenda
- Silenzio: bellissimo per tanto, forse troppo
- Solitudine: non si puo' spiegare
- Persone che incontri: i bikepackers sono lenti come un tango e sporchi e malati monomaniaci, cioè infrequentabili. Gli ultraciclyst sono pazzi. E poi i picchiatelli su ruote tipo la signora di almeno settant’anni che andava con bakfiet (bici olandese con il cassone) elettrico con il cane. o quelli che fanno tutto il Divide a scatto fisso. Gli americani di queste parti non ti stupisci che votino quello che votano. In Canada ci sono più Ganesh e Australiani che canadesi.
- Partecipanti: uno poco, due troppi
- Metafore: si fa una gran fatica a salire ma ci vuole un attimo a scendere.
Un ringraziamento particolare a mia mamma che si è manifestata in varie maniere ma che mi ha sempre supportato.
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