Qui non sai mai cosa ti può capitare, nel bene o nel male.
Mi sveglio presto perché avevo tanti km e tanto dislivello. Che novità! Vado a fare la colazione del campione in una stazione di servizio. Poi parto e mi disunisco: giro per 20km come una gallina senza testa per il Montana. Poi finalmente ritrovo la traccia e incomincia una salita eterna ma pedalabile. Cielo sereno, ma praticamente dal km 1 inizia una vegetazione così fitta di fianco alla traccia che non si vede il paesaggio intorno. Solo picchi di montagne ma raramente. Mi perdo la foto della vita quando per un secondo si apre e sotto c’è un lago con le nuvole basse. E io sono sopra le nuvole di tanto. Poi discesa eterna e sterrato che neanche le autostrade italiane sono tenute così bene.
Vado giù bello allegro e dopo una curva un orso davanti a me scappa nella vegetazione. Forse aveva più paura lui ma io non mi sono più ripreso. Incomincio a fischiare in continuazione ma subito guardo se si riesce a uscire dalla traccia.
Sì ottimo, tra 100 km però. I più lunghi 100 km della mia vita. E tutti con la vegetazione a sipario ai lati della traccia. Non penso morirò mangiato da un orso ma non mi godo di uno sterrato spettacolare.
Finalmente tardo pomeriggio esco su una statale che il gran premio di Monza è niente. Altri km con il cuore in gola per ogni auto, camion o camper che mi sorpassa. Incontro anche altri 3 deficienti in bici. Ma mi sento proprio un idiota. Arrivo al Bates Motel e faccio una riunione con me stesso ma non ragiono per la stanchezza.
Domani altri km e altro dislivello, perché se mi fermo a pensare non va bene.
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