venerdì 10 luglio 2009

MARATONA DELLE DOLOMITI 2 - l'altra campana



Partenza col C sabato mattina, con un caldo kalahariano.

Dai numerosi Pedali già in loco giungono nel frattempo notizie confortanti sui miglioramenti meteo.Noi andiamo per Cortina, P è partito contemporaneamente da Modena e D da Milano.

Appuntamento al Sarè dell'Armentarola: arrivati lì, seduti al sole con la prima di molte medie, ci raggiungono dopo poco mio cuggino e P.

Quest'ultimo si trinca un litro di birra in otto minuti, e da quel momento diventa silenzioso come un vecchio sciamano Blackfoot (non dal culo, però).


Mentre sorseggiamo la birretta fresca, trangugiando uova speck e patate, ci si sganascia a pensare a D, bloccato da ore su una Panda a noleggio in un orrendo ingorgo a croce uncinata sull'A4.Il disgraziato riuscirà poi a raggiungerci solo alle 18.41, dopo 10 ore da solo nella merdosa Fiat, con una falciatrice meccanica al posto del cervello.


Nel frattempo andiamo a ritirare i pettorali ed a visitare l'expo, piuttosto scarsino secondo me, vista la portata dell'evento. Poi a cena all'hotel Armentarola, dove convergono tutti, salvo il trio Fantasticus dei Delez-men, che per non perdere la concentrazione alle sette e mezza si ritirano sotto le coperte a segarsi, forse a vicenda.

Le libagioni sono indegne del nostro elevatissimo livello atletico, con cotolette monumentali, tagliatelle al capriolo, Schwantzstuck Torte con crema al rafano e, soprattutto, un fottutissimo Lagrein Dunkel.

La notte, poi, sarà un massacro.

L'amatissima casa dell'ignaro prof. B, suocero di P, si trasforma ben presto in un infame incrocio tra un lebbrosario di Dehli ed una porcile di Rubiera.In una stanza matrimoniale ci sono P, che tossisce tutta la notte come un tisico, il povero D e la sua falciatrice. Nella stalla attigua ci siamo io ed il C che, corroborati dall'alimentazione suicida, diamo vita ad un concerto di bronze che quello degli U2 a S.Siro ci fa una sega a due mani. Tra la puzza di merda (credetemi, terrificante...), la tosse del tisico, le risate da jena del Cario che seguono ognuna delle centinaia di scorregge, ed una digestione francamente impossibile, la notte trascorre lenta come in una camera di tortura. La sveglia alle 4.30 arriva dopo che io avrò dormito si e no sei minuti in tutto, complice anche la scelta suicida di dormire in un sacco a pelo (con la cerniera rotta, porca troia). Perlomeno l'alba fa presagire una bella giornata, salvo per D che riparte immediatamente per Milano insieme alla sua falciatrice.


Alla partenza ci troviamo tutti nella griglia dei poveri, dove però spiccano le luccicanti maglie Pedale Ferrarese.


Spicca la tenuta di Clem, e cioè la seguente: bicicletta in ghisa battuta Stilferro con manubrio da cross, zoccoli olandesi, pantaloncino XL enorme portato alla zuava, maglia sociale chiusa pietosamente sulla pancia con una spilla da balia, casco da discesa libera Rossignol mod. Jean Claude Killy, occhialoni da carrista Afrika Korps, guanti da pesca artica.Ad un certo punto tira fuori, non si sa bene da dove, un sacchetto da spesa dell'Ipercoop con panini alle sarde in carta oleata, due confezioni da sei di Wuhrer, un preparato Cameo per torta margherita, e un rotolo di carta igienica.Immediatamente segnalato dagli elicotteri di Raisport, verrà poi premiato come miglior mise tra tutti gli 8500 partenti.


Sulla gara c'è troppo da dire. Segnalo solo che il C, dopo una foratura in discesa a 98 kmh con conseguente frenata lunga almeno 280 m, viene fermato dall'organizzazione per evidentissime chiazze di merda nei pantaloncini, provocate (forse) dallo spavento.Dopo un rapido consulto radio con l'ineffabile Michil Costa, gli verrà ritirato il chip per indegnità morale.Analoga sorte toccherà quindi a Clem, trovato sbronzo alle 7.20 nei primi tornanti sopra Arabba, mentre intona osceni canti alpini abbracciato ad un pilone della seggiovia.


Nel frattempo, io, P e V procediamo lenti ma inesorabili. Durante il percorso incontro personaggi vari tra cui gli inossidabili coniugi Venturoli e quell'idiota di Matte.All'arrivo ritroviamo Aivo, il Presidente e Big Al, reduci dal lungo,
La cena del dopogara non è male.Si uniscono anche il mitico Claude ed un suo amico, e si mangia davvero bene.Io continuo a scorreggiare per tutto il tempo, sfruttando le risate per coprire i rombi, solo per scoprire, finito di mangiare, che dietro di me, a 40 cm, era seduta una poveretta, ormai pallida come un cadavere transilvano.E' stata comunque l'occasione per tornare a sentire il gusto di un impegno sportivo, sia pure con spirito puramente turistico, nonchè per rivedere, con piacere, parecchi deficienti che non incrociavo da tempo.E adess?


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