giovedì 20 agosto 2009

L'ANELLO COME METAFORA DELLA PATERNITA'



RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO (CON UN PO' DI LACRIME, MA IN QUESTO PERIODO SONO EMOTIVAMENTE INSTABILE) E NON RINGRAZIANDOLO MAI ABBASTANZA...

"THE RING"
Ci sono anelli guadagnati senza sudore.Quando hai una linea che ti da dieci secondi buoni nella tasca, ricevitori veloci, un runningback da 5 yards di media a portata, e una difesa che concede un td a partita, la vita è facile e bella.Troppo facile e troppo bella.

Insomma sei uno come Tom Brady, che vince superbowl a raffica, guadagna fantastiliardi e si sposa Gisèle Bundchen.Sei un vincente, niente da dire, come piace all'americano medio.

Però, sarà magari invidia, ma mi stai un pò sul cazzo, caro Tom.E poi che ci fai con i tuoi anelli di campione?Mica te li puoi mettere tutti insieme, sono troppi...E poi, girare con un anello così grosso al dito... roba da sfigato, vero?

Oppure ci sono anelli diversi.Conquistati in condizioni difficili, contro ogni previsione.Con sudore, sangue, palle e fortuna.

Anelli diversi per tipi diversi.
Tipi che che hanno lunghe carriere da pro, ma se vai a leggere i numeri hanno lanciato più intercetti che td, più sconfitte che vittorie.Tipi che andavano in campo con una pelliccia sul paraspalle, che hanno aperto locali di spogliarello, che hanno preso un sacco di legnate e che conoscono l'infermeria bene quanto il campo.Tipi che quando aprivano bocca con un giornalista, i tromboni della lega si cacavano sotto e incrociavano le dita.

Tipi un pò particolari, come Broadway Joe Namath.

Uno che, alla vigilia di quell'unico superbowl, era dato per sicuro confitto contro quella che era ritenuta la squadra più forte di tutti i tempi.Ma che invece, alla fine, quel fottuto anello se l'è conquistato, in barba a tutti.

E oggi, proprio oggi, finalmente è arrivato il tuo giorno, caro il nostro quarterback.Oggi anche tu vai in campo per portarti a casa l'anello di campione del mondo.

E lo sai anche tu che tutte quelle cazzate, i successi professionali, le serate con le modelle, le interviste e i tappeti rossi non conterebbero niente, niente, senza quell'anello.Lo hai sempre saputo, in fondo, anche quando facevi finta di pensare il contrario.

Certo, il nostro (...) era un football diverso.Fatto di giocatori quasi normali, in cui c'erano ancora runningback bianchi ed i ricevitori la palla se la dovevano sudare davvero.I punteggi erano più simili a quelli di una partita di calcio che di basket.
Ma a me piaceva di più.

E mi piace pensare che quei giocatori dei Jets, che oggi saranno pensionati, taxisti o prestatori di cash per pagare cauzioni, ogni volta che possono quell'anello se lo mettono al dito.

With pride.

Perchè anche se i loro momenti di gloria sono lontani, ormai nessuno glielo può più togliere."

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