Caro Iacopo,
tanti anni fa, a ferrara, il campo era solo terra dura,
fango che gelava d’inverno,
sudore che bruciava d’estate.
Non c’erano luci né tribune,
solo i nostri sogni a illuminare la notte.
Non c’erano palestre riscaldate anzi delle volte non c’erano neanche le palestre.
Solo cuore e compagni di battaglia.
Non smettere ora.
Lo sport non è solo un gioco,
è una scuola di vita.
Ti insegna disciplina, rispetto,
ti regala fratelli nello spogliatoio.
E cicatrici, non tatuaggi.
Lo sport e’ continuare
anche se i demoni nella tua testa urlano di fermarti,
e’ arrivare ultimo con orgoglio,
perche’ al traguardo, di notte, ci si arriva da soli.
Come nella vita.
Caro Iacopo
se un giorno deciderai davvero di smettere,
fallo a testa alta, dopo aver lottato ancora un po’,
fino a quando sentirai che sei tu a scegliere,
non la stanchezza, non la paura.
non come chi scappa,
ma come chi ha imparato la lezione più grande:
che la vita, come lo sport, non regala nulla,
e che ciò che vale davvero
nasce solo da fatica, sogni e sacrificio.
Io resterò comunque al tuo fianco,
con le mie cicatrici, la mia fatica, i miei chilometri e i miei fallimenti,
pero’ ricordati:
ogni volta che stringerai i lacci delle scarpe,
ogni volta che sentirai il rumore del campo sotto i piedi, o dell’asfalto per una corsa,
tornerà quella fiamma che non si spegne.
Ed è quella fiamma
che ti farà uomo.
Nessun commento:
Posta un commento