domenica 17 agosto 2025

FRANCESCO PUPPI - UN NUOVO EROE DELLA FATICA



ho trovato un nuovo eroe e un nuovo filosofo della fatica

"Alla fine io

vedo la gara come un momento in cui tu

semplicemente

vai ad eseguire quello che per cui ti

eri tanto preparato. Quindi in realtà

non è tanto la difficoltà del giorno

della gara. La difficoltà sta a monte

nei mesi di allenamento che servono per

arrivare fin lì. Ovviamente nel momento

in cui vai in gara devi solo attingere

alle risorse, metterle in campo, però ti

sei già costruito per fare, cioè sei lì

per far quello e quindi poi, diciamo,

permetterti di spingere al massimo, cosa

che non puoi fare evidentemente in

allenamento perché si tratta di fare

economia di risorse, di di avere chiare

quelle priorità

a cui accennavo prima, insomma, e però

sì, chiaramente il rapporto con la

fatica e' un aspetto preponderante.

alla fine anche la cosa bella, secondo

me, della corsa, cioè io non corro tanto

per i risultati, ma

per la bellezza del processo in sé, per

la fatica, le sensazioni che provo

durante la corsa, quindi

cioè ti piace proprio?

Sì, sì. Secondo me è una cosa che a

livello sociale tendiamo tanto,

usiamo qualsiasi strategemma per non

far fatica, no? Assolutamente,

però la corsa ti porta necessariamente a

confrontarti con quell'aspetto lì e

quindi è un po' quasi contraddittorio da

questo punto di vista, però secondo me è

il bello del mio sport. La fatica ti

insegna anche tante cose, ti insegna

che, cioè, comunque i risultati non si

ottengono senza senza fatica, senza il

duro lavoro. A volte quando son fuori ad

allenarmi per dire e faccio fatica, un

pensiero che per esempio mi aiuta è ok

ma io sto facendo fatica perché mi sto

costruendo, cioè sto portando il mio

corpo a migliorare, quindi devo passare

attraverso questa fatica, perché sto

diventando più forte attraverso questa

fatica e quindi questo secondo me aiuta

ad accettarla,

a ad addomesticarla un po' e altre volte

invece ti sembra di dover affrontare

delle fatiche insormontabili

semplicemente perché

la le sfide che hai davanti ti sembrano

troppo grandi, quindi in quel caso lì

secondo me aiuta a dividerle in dei

piazzettini più piccoli che tu puoi

affrontare singolarmente in modo che

l'energia, diciamo, di attivazione per

affrontare quella piccola sfida eh è

sufficiente sufficientemente bassa,

per cui tu riesci ad affrontarla, mentre

se il tuo cervello percepisce che la

sfida che hai davanti è insormontabile,

chiaramente non si mette ne inizia

neanche, no? perché tanto è inutile, non ce la farò mai".







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