(Queste foto di un magico weekend sono rimaste in fondo a qualche cassetto, dimenticate, fino a pochi giorni fa. Personalmente, non ricordo di averle mai viste prima). Racconto scritto dal mio coach Z e ex compagno di questa avventura.
Un grazie a Michele S. e “John” T. per averle ritrovate dopo tanto tempo.)Nell’autunno del 1981 un estroso quindicenne di nome Alessandro Ironmarz che aveva saputo dell’esistenza di una squadra di football americano a Ferrara, decise con una certa sfacciataggine di recarsi a parlare con il presidente delle Aquile, Giulio Felloni. Sandro era affascinato da questo sport così fascinoso e sconosciuto, ma era troppo giovane per entrare a far parte del team, per cui gli era balenata in testa un’idea davvero innovativa: fondare una squadra giovanile delle Aquile (non per niente poi Sandro farà una carriera internazionale straordinaria nel marketing).
L’idea piacque a Felloni, o forse voleva solo liberarsi in fretta di quell’adolescente così sfacciato, tanto che gli diede il permesso di radunare tutti i ragazzi che voleva e portarli al sabato pomeriggio ai Tre Campi di via Canapa, quando si svolgeva l’allenamento delle Aquile.
Anche se a quei tempi non esistevano social e cellulari, il passaparola cittadino tra i ragazzi sportivi funzionò molto bene, tanto che in quel primo sabato di novembre di 43 anni fa ci ritrovammo in molti ai campi spelacchiati di via Canapa.
A dire la verità, non c’era nessuno ad aspettarci laggiù, probabilmente nessuno credeva che ci saremmo presentati davvero. Le Aquile iniziarono così il loro allenamento, sotto i nostri sguardi a dir poco affascinati, finchè fu Sandro a prendere in mano l’iniziativa – come sempre – e ci fece mettere in fila in un fazzoletto erboso che stava tra due campi da calcio. Scimmiottando quello che avevamo visto fare alle Aquile pochi minuti prima, ci urlò “Siete pronti?!!!”. Quasi nessuno rispose, solo qualche timido “si”.
Urlò di nuovo, ancora più forte “Siete prontiiii?!!!” e stavolta i “si!” furono un po’ più numerosi e convinti.
“Jumpin’ Jacks!!! Via! Uno-due-tre-UNO!…”
E fu proprio così che iniziò la storia dei Duchi, la giovanile che ha un nome tutto suo, la giovanile che per prima in Italia iniziò a giocare a football.
Ma per tutto l’inverno seguente, fino al maggio del 1982, ci menammo su quel campo ogni sabato senza un allenatore, per fortuna c’era Sandro che riusciva ad ottenere qualche informazione sul gioco. Naturalmente, non disponevamo di nessuna attrezzatura. La società disponeva infatti soltanto dei caschi e spalliere (allora le chiamavamo “pettorine”) in uso ai giocatori delle Aquile, pertanto non ci restava che guardare da lontano i nostri eroi della prima squadra e sognare.
Ma in un sabato indimenticabile, dopo aver finito il nostro artigianale allenamento e dopo che le Aquile ebbero terminato a loro volta, quegli stessi eroi si sfilarono le protezioni ancora sudate e odorose (e molto) e ce le consegnarono, con la promessa di riportargliele il lunedì sera, quando avrebbero svolto l’allenamento successivo.
Avevamo appena finito di correre e scontrarci sul campo, ma indossammo subito le attrezzature per un secondo allenamento, che portammo avanti finchè il sole non decise malauguratamente di scendere sotto l’orizzonte. Addirittura uno dei giocatori delle Aquile, Andrea Raucci, si prese la briga di fermarsi al campo per guidare questa prima nostra avventura full pads. Avevamo per la prima volta un allenatore.
Due borse per terra a delimitare la zona e poi decine e decine di “testa a testa”, l’esercizio base di allora per imparare a placcare. Ricordo bene che poi, al tramonto, qualcuno prese la Vespa o il motorino e andò a casa così, con casco e pettorina addosso.
Ci ritrovammo ancora la mattina seguente, domenica, per un altro allenamento, sempre menandoci come fabbri. E infine, nel pomeriggio, ci fu uno scrimmage vero e proprio tra attacco e difesa. Vincemmo noi difensori 12 a 0, con due pick six, e poi ce ne andammo tutti in centro per una pizza.
Si concluse così quel fine settimana di tanti, tanti anni fa.
Ma per noi che c’eravamo, resterà scolpito per sempre nella nostra memoria.
I Duchi vinceranno poi il primo campionato italiano di categoria, nel 1983.
https://aquile.team/2024/12/10/i-duchi-e-linvenzione-del-football-giovanile/
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