sabato 27 settembre 2014

MA CHI SEI? NATIONAL GEOGRAPHIC?



Poesia in forma di sciffo, ironman ironico non monomaniaco. 


"Ho corso tanto.
A questo pensavo qualche giorno fa, mentre salutavo le vacanze correndo la prima ora del mattino, tra profumi di mare e di pineta, poco prima di prendere l’aereo.

Ho corso quando mio padre mi fece la prima dose di endorfine, sulla Mura ovvio, dodici anni e il fiato corto, e mi dissi ‘mai più’.
Ho corso per le strade buie della mia città, negli anni di piombo e in quelli d’oro , quando ancora la gente rideva e ti gridava dietro. Capre che non siete altro, adesso siete tutti lì sudati a ciabattare.
Ho corso guardando Tavolara, per preparare le stagioni di football, gli scatti sulla sabbia di farina di Brandinchi, il suono delicato delle onde turchesi, mirto nell’aria e nessuno in vista per chilometri.
Ho corso nel mio bosco sotto Plan de Corones, saltando sui sassi i ruscelli del Rienza, gli scoiattoli fulvi con le loro nocciole, il tappeto soffice quando la neve si ritira e gli abeti odorano di primavera che arriva.
Ho corso un’alba rossa nel deserto d’Arizona, tra saguaro alti come totem e roadrunners nervosi ai bordi del sentiero, che facevano ‘Bip! Bip!’.
Ho corso a Monkey Mia, dall’altra parte del mondo, o forse era proprio un altro pianeta, dalla collina vedevo i delfini giocare con gli umani nell’acqua piatta della baia.
Ho corso nella foresta a Bryce Canyon, un rumore pesante mi seguiva tra gli alberi, avevo paura fosse un grizzly incazzato, e invece era un alce pacioso, grande come un camion.
Ho corso sullo Strip di Las Vegas, dove i casinos finiscono e the streets have no name, un barbone col carrello mi ha dato un cinque, un pazzo dietro vetri neri pompava il V8 di una vecchia Corvette Trans-Am.
Ho corso a Roth, un non luogo, dopo aver messo giu la bici la benzina era finita, finita, poi ho mangiato una fetta di cocomera magica e nonsocomecazzo ma ne ho stampati 42.195, senza mai fermarmi.
Ho corso sul fottuto lungomare di Nizza, sull’orlo del collasso, coi piedi piagati e la cupola del Negresco che sembrava sempre più lontana, poi ho incrociato Papi, una risata e son guarito.
Ho corso quell’ultimo chilometro a Klagenfurt, mentre tutti mi davano la mano e stavolta mio padre mi guardava dal cielo, sorridendo.

Ho corso ovunque sono stato, imprimendomi ogni luogo nel profondo, e migliaia di chilometri nelle campagne attorno a casa, innamorandomi ogni volta della luce sghemba di albe e tramonti.
Ho corso con i miei amici, sulla Mura o impegnati in qualche gara, sempre ridendo.
Ho corso con Sciffo al fianco, cane pazzo, nel Parco Urbano ancora senza nome, e ho corso con Wally, cane gentiluomo, capendoci al volo, con un semplice sguardo.

Soprattutto ho corso solo con me stesso, un milione e mezzo di volte, ma non ho mai provato solitudine, abbandono o tristezza.
Semmai, li ho guariti."

Vorrei tornare sul concetto di solitudine, ma non riesco a argomentare contro una "penna" cosi' buona. 
E siccome sciffo e' anche il mio coach, che dopo avermi portato al mezzo adesso mi deve portare all"intero, non posso che prostrarmi.

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