martedì 8 ottobre 2013

LA PREFAZIONE DEL NEGRO



Copio incollo da Igor Nastic, e quanto e' bella la foto che ha messo?

A Berlino Wilson Kipsang ha stabilito il nuovo record del mondo della maratona in 2h03’22”
Gli dedico questo splendido passaggio di Kamel Daoud.

“… Al colpo di pistola dello starter, sono scattato.
Sono scattato come non avevo mai fatto in vita
mia e ho corso. Con la testa incassata nelle spalle
per ridurre l’attrito del vento, il corpo teso come
un elastico fra il mio numero e la linea di arrivo, il
volto come il sasso della fionda di un pastore, lan-
ciato con un unico gesto dopo essere stato rigirato
diecimila volte, prima in testa, poi in fondo al brac-
cio, e infine verso la bottiglia di plastica che fa da
bersaglio e da preda. Avevo brutte scarpe sportive
logore a cui però tenevo come un contadino alle
sue due capre, un brutto numero che mi ricordava
vagamente un incidente o una disgrazia, una brut-
ta corsia, un brutto popolo a incoraggiarmi dietro
le spalle, ma appena udito lo sparo ho cominciato
a correre. Come mi hanno insegnato: ampie falcate,
braccia piegate lungo il busto, testa con l’orecchio
incollato al petto per ritrovare il ritmo del cuore e
gli occhi che seguivano solo la puleggia del respiro
che pian piano dovevo controllare. (…)
Eravamo tutti ancora troppo vicini al nostro parto
e quindi troppo vicini alla morte improvvisa. Ep-
pure se quel giorno ho corso come un pazzo non è
stato per la medaglia, né per la bandiera né a causa
degli allenamenti né perché volevo impormi a una
folla che non mi distingueva neppure o perché ave-
vo preso delle pillole vietate.
Nel mio ritmo c’era una meccanica che non era
unicamente mia. Avevo una spiegazione che faceva
sorridere, come tutti ne avevano una dietro l’ulti-
ma porta sprangata del cervello: qualcuno nella
lunga fila dei miei antenati ha corso o continua a
farlo nel mio sangue o mi spinge a farlo per con-
cludere un periplo di cui io sono soltanto una pic-
cola tappa ciarliera e un tratto che blatera o il sem-
plice portatore di testimone come nelle staffette.”

Kamel Daoud
La prefazione del negro,
L’amico di Atene, Casagrande
p. 11 e 14.

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