domenica 31 gennaio 2010

UN ALTRO NEL TUNNEL

Non siamo soli.....spettacolare blog e copia incolla al valore da un compagno di san patrignano..

Non se ne può più. Basta inverno. Basta ghiaccio. Basta rulli. Voglio l’asfalto.
Un’ora e mezzo di rulli e la sensazione è quella di non aver combinato un bel niente.
Non un minimo di acido lattico, non un leggero torpore o pesantezza al polpaccio, quando sali le scale, non un vago affaticamento muscolare, non quel senso di respiro a polmoni aperti. Insomma niente di tutti quei piccoli, piacevoli, “sintomi” che indicano la consueta uscita su strada appena consumata. No. Non mi sono fatto.
Signori miei, i rulli cominciano a darmi da pensare.
Chiuso in cantina, la domenica mattina, causa temperatura esterna vicina ai -4°, a simulare salite in ripetuta, con incontri ravvicinati inquietanti.
Allora, la scena è questa: il vicino di casa, avvertendo uno strano rumore metallico, provenire da sotto l’androne, ha cominciato a temere per le sue bottiglie di Valpolicella, amorevolmente disposte nel sottosuolo . Indi si è avvicinato alla cantina, l’ha discesa, e , con una roncola in mano, è giunto fino alla porta di fianco alla sua. Luce accesa e porta aperta: il rumore viene inequivocabilmente da lì. Con un calcio apre la porta, si ferma e cosa vede?
Scena erotica raccapricciante: ciclista con canotta traforata e pantaloni con bretelle ascellari che mùlina il 50 a 120 rpm e oltre.
Panico.
Ci guardiamo, negli occhi, e iniziamo a urlare. Come ET davanti a Elliot, e Elliot davanti a ET.
E il bello è che, mentre menavo il 50 come un forsennato, grondavo gocce di sudore come un rubinetto malchiuso, a bocca spalancata, come Petacchi in volata. Ai miei piedi, sotto il movimento centrale, un lago. Cosa può aver pensato il gentile vicino. Uomo alla buona, s’intende, ma comunque non abituato a tutto.
Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Certo però quando ti capita, è un’altra cosa.
Allento il 50, scalo sul 39 e improvviso una conversazione improbabile sul derby che si disputerà di lì a qualche ora.
Interisti entrambi, la conversazione è facile. Lo spavento extraterrestre cede il posto alla convivialità, anzi, quasi, alla baldoria. Risate, ammiccamenti. Lui fiaschi in mano, sigaro in bocca, infagottato con sciarpa, guanti e cappelo; il sottoscritto seminudo, in sella a una bicicletta sollevata da terra d qualche centimetro, che pedala nel vuoto, davanti a un lago di sudore.
Sono belle cose.
Animo, dunque.
I rulli mi preoccupano però: 1:35′ senza sosta, ettolitri di liquidi depositati sul pavimento, ripetute con rapporto via via più duro e resistenza del rullo anche, e nemmeno un dolorino. Servirà?
Inverno ladro, ridacci il bitume.

Rulli: 1:35

(fonte immagine: www.rapha.cc)



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